L’8 febbraio 2025, l’Etna ha dato inizio a una nuova eruzione effusiva, caratterizzata dall’apertura di una bocca eruttiva a circa 3.050 metri di altitudine, tra i crateri sommitali Bocca Nuova e Cratere di Sud-Est. La colata lavica risultante ha iniziato a scorrere in direzione sud-ovest, attraversando aree ricoperte di neve e raggiungendo una lunghezza di oltre 4 chilometri.
Qualche dato su eruzione e colata lavica
Il 9 febbraio, l’Osservatorio Etneo dell’INGV ha confermato l’inizio dell’eruzione, sottolineando che l’attività era preceduta da modeste emissioni di cenere e piccole esplosioni stromboliane dal Cratere di Sud-Est nei giorni precedenti. Il 10 febbraio, il flusso lavico ha raggiunto una lunghezza di oltre 2 km, rimanendo lontano dalle aree abitate e dai terreni coltivati, senza rappresentare un pericolo immediato per le popolazioni locali.
A partire dal 12 febbraio, il Cratere di Sud-Est ha mostrato segni di maggiore attività esplosiva. Sono state registrate esplosioni stromboliane, accompagnate da una significativa emissione di cenere vulcanica, che ha cominciato a disperdersi nell’atmosfera, creando una colonna di fumo visibile a grande distanza.
Il 16 febbraio, durante un sopralluogo, il personale INGV ha rilevato che il fronte più avanzato della colata aveva oltrepassato la pista altomontana, con uno spessore variabile tra i 6 e gli 8 metri. Le stime indicavano una lunghezza totale della colata di 4,2 km, con un volume di circa 2,1 milioni di metri cubi.



Impatto turistico e sicurezza nelle aree vulcaniche
L’eruzione ha attirato numerosi turisti, alcuni dei quali hanno intrapreso escursioni notturne per assistere allo spettacolo della lava. Questo comportamento ha sollevato preoccupazioni a causa dei rischi associati alle basse temperature notturne, alle possibili nebbie improvvise e alla vicinanza pericolosa ai flussi di lava e alle esplosioni idro-magmatiche. Le autorità locali hanno dovuto intensificare le operazioni di monitoraggio e soccorso, con interventi per assistere turisti in difficoltà.
Le attività di soccorso hanno dovuto intervenire più volte per assistere turisti impreparati o in difficoltà, sottolineando l’importanza di rispettare le indicazioni delle autorità e di adottare comportamenti responsabili durante la fruizione di fenomeni naturali così spettacolari ma potenzialmente pericolosi.
Nel complesso, l’eruzione ha continuato a essere monitorata da vicino da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
Gli esperti hanno seguito attentamente la dinamica dei flussi lavici, le attività esplosive e le eventuali modifiche nelle fasi successive. Nonostante l’attività sia stata spettacolare, non ha comportato un pericolo immediato per la popolazione, ma ha comunque sollevato preoccupazioni sul comportamento dei turisti e sulla gestione della sicurezza nelle aree circostanti.


